Nelle sale di Via Vittorio Emanuele, al n. 230 presso
l’Asssociazione culturale “Anagni Viva”, espone Alberto Vari.
Presente con 38 quadri, l’Artista anagnino si presenta al
pubblico con un vasto repertorio di opere: paesaggi, nature morte e ritratti.
Sin dalla prima personale dell’allora giovanissimo pittore
potei notare delle qualità che poi progressivamente hanno trovato modo di
affermarsi ed acquisire spessore nel discorso artistico.
Alberto ha seguito un percorso di studi che gli ha conferito
la necessaria preparazione e tecnica.
Si è infatti diplomato presso l’istituto d’Arte di Anagni,
poi ha completato gli studi artistici presso il Magistero d’Arte di Firenze;
frequentando contemporaneamente la scuola libera di nudo presso l’Accademia di
Belle Arti, sotto la direzione di Emanuele Cavalli.
A Firenze ha lavorato nel campo dell’arredamento e del
disegno industriale, progettando mostre alla Loggia Rucellai di Leon Battista
Alberti a Palazzo Strozzi e lavorando nello studio di Bianca Garinei.
Con tale preparazione ha affrontato il non facile percorso
artistico del pittore, con tutto l ‘impegno necessario.
Ricordo un episodio avvenuta all’estero: tornavamo dalla
Polonia, alla fine della nostra vacanza, e dovevamo fermarci alla dogana di
confine con l’allora Cecoslovacchia.
La funzionaria del turno ispezionò la vettura e sequestrò un
sacco a pelo e dei quadri dipinti da Alberto in Polonia. Fu poi chiarita e
risolta l’imbarazzante situazione e i quadri e il sacco vennero restituiti.
Ripartimmo e mentre tornavamo in Italia, Alberto, che sino a
poco prima aveva avuto un viso cupo e preoccupato sentendosi finalmente
liberato da un incubo esclamò: “ ma allora i miei quadri valgono qualcosa se me
li volevano sequestrare! “ Al che scoppiammo a ridere ambedue.
Alberto è stato allievo a Firenze di Giovanni Colacicchi, ed
ha ricevuto la sua preparazione artistica in un ambiente culturalmente
privilegiato. Coerente con l’insegnamento ricevuto fa una pittura figurativa e tonale.
Diceva H. Hesse: “ l’inizio di ogni arte è l’amore. Il
valore e la portata di ogni arte saranno decisi innanzitutto dalla capacità
d’amore dell’artista.”
Alberto ha capacità d’amore e riserva un’attenzione
particolare alla natura, fonte di energia e di ispirazione, compiendo un atto
di fede.
E’ alla costante ricerca del “ bello”, sospinto da un
sentimento permeato di umanità. Si esprime con sincerità e trasporto
emozionale.
Diceva Renoir: “ a me piacciono i dipinti che mi fanno
desiderare di passeggiarvi dentro, se rappresentano paesaggi, di accarezzarli
se rappresentano donne”.
I quadri di Alberto, in particolare quelli più felici, fanno
anch’essi desiderare di passeggiarvi dentro o altrimenti di essere accarezzati.
In esse il fruitore più sensibile può cogliere una vena di
umanità palpitante tanto più preziosa perchè espressa in un periodo nel quale
si assiste all’isolamento dell’uomo e ad un transumanesimo avanzante.
I temi che Alberto tratta, vengono realizzati con un
linguaggio idoneo che trasmette ai fruitori delle opere ora un senso di gioia,
ora un senso di amorevole trasporto per la sua città, ora con un senso
nostalgico di tempi andati, facendo rivivere sulla tela immagini serene e
coinvolgenti, cose che sono state distrutte dalla volgarità dell’uomo.
Non vuole fare certo un discorso zoppo; come sovente avviene
nell’arte contemporanea, ove una così detta “ opera d’arte” viene concepita
come un’opera di ingegneria che si esprime in codice, ma si serve della
semplicità che è elemento della vera arte, e cerca di farsi capire senza
bisogno di interpreti, cosa certamente molto apprezzata dai suoi estimatori.
Nella rassegna, Anagni recupera un posto centrale, tra i
vari paesaggi le nature morte e i ritratti. Tra le molte tele esposte, tutte di
ottima fattura, ci piace segnalare quello dipinto a Cisogna, che rende un
immagine della campagna anagnina, in quel di San Filippo: vi appare una casa
abbandonata con altre casupole nei piani più lontani, una vegetazione tipica
della campagna locale ed un lembo di terreno incolto in primo piano.
L’immagine è resa con un valido equilibro compositivo,
attraverso una ponderata gradazione di tono ed una armoniosa e vivace
gradazione di colore che raggiunge la liricità.
Le nature morte esposte, tutte belle, mostrano una ottima
capacità di analisi strutturale, un attento studio dei toni, dei volumi, ed una
esecuzione sciolta ed esperta.
In particolare i melograni sono eseguiti felicemente, con il
rosso che domina e che dona alla tela un’idea di gioia e di ricchezza.
La rassegna, ospitata in due caratteristiche sale, offre
un’ampia panoramica di temi pittorici, tra i quali Anagni occupa il posto
principale.
Alberto ha dedicato la rassegna, con un amorevole pensiero,
a sua madre, la compianta Rosina che tanto fece perché lui si fosse potuto
realizzare.
ANAGNI, 5/12/2019
ENRICO
FANCIULLI