Anagni- Collettiva di "Arte contemporanea" presso l'Hernica Saxa (ex Chiesa di San Paolo). La mostra ha come tema lo spirito cristiano e il Giubileo. Un ringraziamento a Luciano Maio (Hernica Saxa), che ha promosso la mostra, a Carlo Tarda che l'ha organizzata, e a tutti i partecipanti.
Inaugurazione: 15 dicembre 2024 ore 17,00. La mostra resterà aperta fino al 7 gennaio 2025. Ingresso libero
San Pietro in Vineis è la chiesa, risalente alla fine del secolo XII, di un antico monastero situato poco fuori della cerchia urbana di Anagni, vicino all’antica Porta Cerere. Quanto resta del complesso primitivo è oggi parte del Convitto Principe di Piemonte, realizzato negli anni Venti dall’architetto Alberto Calza Bini. Il monastero appartenne all’ordine delle monache Clarisse dalla metà del secolo XIII sino al 1556, anno in cui venne lasciato dalle monache, che si spostarono nell’odierno monastero di S. Chiara all’interno della città, e passò ai frati cappuccini. Negli ambienti superstiti di questo monastero femminile si conserva un pregevole gruppo di affreschi risalenti al XIII, XIV e XV secolo. Il gruppo di maggior importanza è quello che orna il cosiddetto Matroneo delle Monache, un ambiente posto esattamente al di sopra della navata sinistra della chiesa, con la quale comunica solo attraverso alcune piccole feritoie. Qui, probabilmente intorno al terzo decennio del Duecento - quindi prima che il monastero fosse dato alle Clarisse (Chiara fu canonizzata da Alessandro IV proprio ad Anagni il 12 agosto 1255), l’ambiente venne completamente decorato con un magnifico e lussureggiante motivo a finti conci ed archi a tutto sesto dal cosiddetto Terzo Maestro di Anagni. In quegli stessi anni, infatti, il più moderno dei pittori che si stavano dedicando alla realizzazione dello splendido ciclo della cripta della cattedrale, compì la decorazione delle pareti interne della chiesa superiore esattamente con gli stessi motivi che avrebbe replicato nel più riservato ambiente del monastero femminile. Si tratta di una decorazione che spicca per eleganza e raffinatezza cromatica e che è stilisticamente aggiornata ai migliori livelli della più moderna pittura romana contemporanea. ...Segue dal sito diBancAnagni.
Il pavimento della cattedrale Anagni fu realizzato dal 1224 al 1227 da Cosma (da qui l'aggettivo cosmatesco), figlio di Iacopo di Lorenzo che nel 1203 aveva fatto il pavimento della cattedrale di Ferentino. Iacopo prediligeva l’uso del giallo antico, mentre Cosma quello del porfido verde.
Cosma nel 1231 realizzò anche il pavimento della cripta di Anagni con la collaborazione dei figli Iacopo e Luca. Gli stessi operarono, sempre ad Anagni, nelle chiese di San Pietro in Vineis e San Giacomo.
Cosma è attestato per l’ultima volta nell’iscrizione di Subiaco del 1250 circa. Dopo questa data la bottega di Cosma si avvia verso un inarrestabile declino. CR
La cattedrale di Ferentino nella sua nuova veste con
le sedie trasparenti. Si può così apprezzare meglio il magnifico pavimento
cosmatesco realizzato e firmato da Mastro Jacopo (1203), che ebbe la
committenza grazie al sostegno di Innocenzo III.
Il figlio di Jacopo, Cosma, realizzò
il pavimento della cattedrale (1224-1227) e della cripta di Anagni (1231). Per quest'ultima si servì della collaborazione dei figli Iacopo II e Luca.
Cattedrale di Anagni - Degli affreschi che ricoprivano le pareti della chiesa duecentesca resta questa Madonna con Bambino; si trova nell'ultimo pilastro a sinistra della navata centrale.
Cattedrale di Anagni, cripta. Questa scena rappresenta il profeta Elia, rapito in cielo su un carro trainato da quattro cavalli, che dona il mantello a Eliseo (2° Libro dei Re). L’affresco e la sua decorazione sono influenzati da modelli classici.
La contrada Castellum (odierna Santa Maria) racchiude
l'area dell'antica acropoli ernico-romana.
Prese questo nome nel Medioevo grazie alla sua
caratteristica di regione fortificata. Isolata rispetto alla città dalle
sostruzioni romane e dai palazzi baronali, rappresentò per lungo tempo un punto
di estrema importanza strategica nella politica della Chiesa.
Dal periodo di Bonifacio VIII, per la continua presenza di
baroni imparentati con il Papa, la contrada venne indicata anche con
l'appellativo di Quartiere Caetani. Il Castello racchiude entro i suoi confini
gran parte dei monumenti e tesori più significativi della città: porta
Santa Maria, la Cattedrale con la Cripta, il palazzo di Bonifacio VIII e il
palazzo Trajetto. … (C. Ribaudo, Anagni 1989, pag.13).
La regione Tufoli, odierna S. Pancrazio, situata nella parte
settentrionale della città tra il Castello, il Trivio e la regione di Piscina, è
stata in ogni tempo quartiere popolare. Rimasta ai margini del grande rinnovamento
edilizio del XVIII e XIX secolo, ha conservato un originale tessuto urbanistico
medievale.
Le case medievali
In questa contrada, come nelle vicine Trivio e Torre, si possono
osservare numerose abita zioni medievali ad uno o più piani, ailati di stradine
e vicoli scoscesi. Queste costruzioni sono generalmente fornite di due portali
di diversa dimensione il più ampio deiquali serviva da accessoad
un locale al piano terra. utilizzato come stalla, magazzino o anche come bottega
o laboratorio artigianale: mentre il secondo, in genere più stretto, serviva da
ingresso, attraverso una scala, alla zona giorno della casa fornita
di camino e di aperture, monofore o bifore, che garantivano l'illuminazione. Spesso
al primo piano si accede attraverso una scala esterna. Frequente era la presenza
di un secondo piano utilizzato come ambiente notte o come magazzino (C. Ribaudo, Anagni, 1989).
La torre, almeno nella prima versione, fu costruita intorno al 1080 (periodo della costruzione della cattedrale di Anagni). Faceva parte delle opere difensive del vicino Vicus Moricinus. Nel XV sec. fu rafforzata da un bastione rettangolare e da 3 torrioni negli angoli, nel quarto angolo è presente una chiesetta coeva alla torre. Si accedeva al primo piano dall'esterno tramite una scala in legno rimovibile. La torre, alta circa 30 metri, si trova nel territorio di Piglio, a meno di un chilometro dalla sorgente dell'Acqua Acetosa, in un'area di confine tra Piglio, Anagni e Acuto. CR Di torre del Piano parla in un articolo il mai dimenticato Mario Anzellotti.
Anagni - Parte di trapezoforo (sostegno) VI sec a.C.
Domani si svolgerà a Roma un convegno per discutere
della creazione, nella città di Veroli, di un museo nazionale archeologico il
cui nucleo è costituito dalla mostra, “Antichi popoli italici: gli Ernici, i
Volsci e gli altri”, attualmente in corso nel palazzo Marchesi Campanari.
In questa mostra è esposto molto materiale, di
fondamentale importanza, proveniente da
Anagni, dai siti dell’Osteria della Fontana e di Santa Cecilia, che si pensava
destinato al nostro museo.
A questo punto, pur riconoscendo il grande valore dell’iniziativa
di Veroli, non possiamo non porci alcune domande.
I reperti provenienti da Anagni, attualmente esposti
nella mostra, entreranno tutti a far parte del museo che si intende realizzare
a Veroli?
Quale sarà in tal caso il destino del Museo archeologico di Anagni, che non a caso si chiama ernico,
se sarà privato di quegli oggetti determinanti per ricostruire la storia della città?
Per ora il nostro museo è fermo alla sezione Preistorica.