La Maestra Fernanda Caruso ci ha lasciato dopo una vita lunga e intensa, caratterizzata da vastità di interessi e da curiosità per ogni aspetto della vita e della cultura.
La maestra Fernanda (freccia) con alcuni suoi allievi in una gita a Firenze |
Fernanda
è stata la mia Maestra in quarta e quinta elementare (anni 1964-65 e 1965-66).
Fin
dall’inizio si impose per il carattere innovativo del suo insegnamento: innovativo
sia nel metodo sia nei contenuti.
Introdusse
numerose novità: un giorno a settimana era riservato alla lettura di un libro:
io e, credo, molti altri dobbiamo a lei l’amore per la lettura.
All’insegnamento
della storia generale affiancò quello della storia locale: ogni alunno aveva il
suo quaderno nel quale tutti gli episodi salienti della storia di Anagni erano
delineati nelle linee essenziali e illustrati da un disegnino fatto dai bambini.
Questo quaderno è stato poi pubblicato dopo molti anni, nel 1991, con il titolo
“Il mio quaderno di ricerche su Anagni”.
Non
ha mai usato metodi coercitivi, anche se allora erano la norma: quando qualcuno
sbagliava un esercizio, lei con pazienza spiegava e rispiegava; stimolava di
continuo a studiare e a imparare senza mai usare la minaccia del brutto voto o
della bocciatura. Aveva una calma che derivava da una serenità di fondo.
Forse
l’insegnamento più profondo di Fernanda è stato quello di inculcarci uno
spirito critico, di stimolarci sempre a fare e a farsi domande, di non arretrare
di fronte a ciò che appariva diverso, ma di analizzarlo e comprenderlo.
Il
vero Maestro è quello che pone nella tua mente un seme destinato a crescere,
Fernanda è stata una vera Maestra per tutti i suoi allievi.
Silvia Bruni
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