Giovanni Passa, giornalista, si presenta con la sua pittura fresca, vivace e un po' naif.
"Nella mia pratica attività pittorica, sono di recente estrazione. Non posso ritenermi un neofita ma neanche uno di antico pelo. Nasco alla pittura nel 1991, dunque dipingo da 25 anni. E il tuffo nella nuova attività, da sempre subodorata, presentita, e sempre differita
per mille motivi, mi ha come restituito una ventata di giovinezza. In questo mi ci ha reso più incline la mia smania (o mania, fate voi) di abbellire tutto, anche uno sgorbio.
Mi sento figurativo, mi avvince il filo d'erba come una selva di
palazzi, il mare, il cielo, la neve, come il pezzo di carta, la matita,
un vaso, un frigorifero, una bimba come un vecchio, uno storpio come un
damerino azzimato. Mi attira ciò che è in natura. Inoltre il mondo dei
colori è talmente affascinante e imprecisabile che tutte le cromature
del mondo, se ben amalgamate, fanno ad es. di Jackson Pollock un titano
dell'astrattismo. Dunque non disdegno l'astratto o i ritratti visionari
simil Edward Munch, Egon Schule, Paul Sérusier, Rouault, James Ensor,
etc. E' che tutto per me è pittura, tutto può esser rappresentato, se
ben rappresentato, perché il contraltare sennò sono gli imbrattatele.
Pur avendo a mio appannaggio una buona produzione (più di 200 dipinti),
non ho mai fatto una mostra e neppure al Salon d'automne o al Salon des
Independants. Se mi chiedessero chi preferisco tra Modigliani e
Silvestro Lega ( a parte la mia incrollabile predilezione per il bel
passionale ebreo livornese) risponderei che preferisco la pittura,
tutta la pittura, quella vera, si capisce."
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