sabato 14 settembre 2013

Anagni - Il sito paleontologico di Coste San Giacomo.

Con il patrocinio dell'assessorato cultura, arte e sport della Regione Lazio, lo scavo sarà aperto al pubblico nelle giornate 12, 13, 16, 17 e 18 settembre.

Lo scavo di Coste San Giacomo
Il sito pliocenico di Coste San Giacomo è uno dei pochi giacimenti italiani con una fauna a vertebrati riferibile al Villafranchiano medio (Pliocene Superiore, circa 2,1 Ma). L’associazione faunistica è ancora poco studiata, ma ha già fornito importanti informazioni sulla biocronologia e l’evoluzione degli ecosistemi continentali. 
Stratigrafia Coste San Giacomo: sabbie gialle
La successione stratigrafica pliocenica, si presenta con notevole discontinuità in discordanza su differenti appoggi del Miocene, (Tortoniano e Messiniano).
In sintesi gli strati più antichi rappresentano una fase fluvio-torrentizia, con ciottoli di medie dimensioni, probabilmente legati ad un ciclo di forte erosione conseguente ad una ripresa di attività tettonica nell’area. Successivamente si trovano sedimenti relativi ad una fase “paleolacustre”. Questa ha preceduto fasi di deposizione alternata di fasi sempre più chiaramente fluviali e continentali. La presenza dei vertebrati fossili Coste San Giacomo è legata a queste condizioni sedimentarie. 
I resti fossili rinvenuti nel sito
I resti fossili della fauna villafranchiana delle colline di Coste San Giacomo si presentano, tranne poche eccezioni, molto fratturati e dispersi all’interno delle sabbie gialle con maggiore concentrazione nelle concavità argillose dove sono stati trasportati dall’acqua. In questi punti, protetti dal flusso delle acque, si conta il maggior numero di fossili. Nel corso degli ultimi 30 anni sono state riconosciute una quindicina di specie di mammiferi che permettono una ricostruzione sufficientemente precisa dell’ambiente a quel tempo ...segue


 
"Anagni 2 milioni di fa". Radio Hernica presso il sito paleontologico di Coste San Giacomo: video, foto ed interviste di Aurelio Tagliaboschi-Post produzione di Franco Cecconi.

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